Anche quest'anno l'annuncio degli angeli nella notte di Natale risuona in un mondo lacerato da conflitti, violenze e guerre di religione che ci lasciano inermi e smarriti. Davanti al continuo riaccendersi di focolai di guerra, con il seguito inevitabile di stragi e devastazioni, la pace ci appare un ideale impossibile, un traguardo irraggiungibile. Quale pace?Come?
Eppure, riflettendo sul senso di quest'annuncio, si scopre che la pace è un dono di Dio, destinato agli uomini di buona volontà. "Beati gli operatori di pace - ha detto Gesù - perchè saranno chiamati figli di Dio".
La pace è dunque un bene che va conquistato. Come? Operando.
Operare per la pace significa uscire dall'indifferenza e opporsi alla logica della guerra e dello scontro con azioni, gesti e parole di pace.
Anche oggi sono tante le persone che, in nome di quella che papa Francesco ha chiamato la "fraternità universale". non si accontentano di guardare i drammi del mondo con gli occhi della TV ma con coraggio e a rischio della propria vita operano sul campo, per condividere e lenire le ferite di tante vittime inermi, attraverso il servizio ai feriti, agli affamati, agli sfollati, ai rifugiati.
Il pensiero va a tutti gli operatori umanitari impegnati nei campi profughi della Siria e dell'Iraq, deserti dell'umanità da cui si leva un grido di disperazione che non giunge più a noi.
Ai missionari che in Africa come in Medio Oriente condividono le sofferenze delle Comunità cristiane perseguitate o ai volontari che sulle nostre coste raccolgono i naufraghi e accolgono i migranti in fuga dalle guerre.
Accanto a loro, anche se invisibili, operano tutti coloro che nel silenzio delle chiese e dei conventi non cessano di invocare la pace, innalzando a Dio una preghiera incessante e accorata.
Infine il pensiero va a quanti si sforzano di promuovere in ogni ambito, locale e globale, la convivenza pacifica pronunciando ad alta voce le parole che costituiscono la pace: tolleranza, solidarietà, accoglienza, condivisione, incontro, ascolto, dialogo, perdono...Perché la fraternità che porta alla pace va scoperta, annunciata, testimoniata e amata.
Scopriamo allora che nell'annuncio degli angeli c'è già il comandamento nuovo consegnatoci da Gesù: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gv. 13,34-35). Come ha scritto papa Francesco, "E' questa la buona novella che richiede ad ognuno di noi un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell'altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell'amore che sa donarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella. "
Emilia